Parrocchia Santa Giustina – Milano
RINNOVO DEL CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALE
2019
- 2023
Elezioni: DOMENICA 20 OTTOBRE 2019 (a partire dalla Messa vigiliare) saremo invitati
a votare per il rinnovo del Consiglio Pastorale Parrocchiale.
“Il consigliare nella Chiesa non è facoltativo, ma è necessario per il
cammino da compiere e per le scelte pastorali da fare” (Sinodo 47°).
Entro il 15 settembre 2019 è possibile
presentare la propria proposta di candidatura utilizzando il modulo di seguito
riportato e scaricabile.
Per una maggiore consapevolezza sul
“consigliare nella Chiesa” seguono inoltre poche righe stralciate dal pensiero
di alcuni nostri illustri Pastori.
RINNOVO CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALE
2019/2023
PROPOSTA DI CANDIDATURA
“Il Consiglio Pastorale
Parrocchiale ha un duplice fondamentale significato: da una parte rappresenta
l’immagine della fraternità e della comunione dell’intera comunità di cui è
espressione in tutte le sue componenti, dall’altra costituisce lo strumento
della decisione comune pastorale.”
Ai Consigli Pastorali è
affidata la cura che la comunità dei discepoli del Signore viva del rapporto
con il Signore. Inoltre è affidata la cura che la comunità dei discepoli del
Signore sia il contesto in cui ciascuno riconosce che la sua vita è una grazia,
una vocazione, una missione. Infine è affidata la cura che la comunità dei
discepoli del Signore sia presente nel contesto in cui vive.
requisiti del Consigliere
Possono essere membri del
CPP coloro che, avendo completato l’iniziazione cristina, abbiano compiuto 18
anni e siano canonicamente domiciliati nella Parrocchia o risultino operanti
stabilmente in essa. I membri del CPP si distingueranno per vita cristiana,
volontà di impegno, capacità di dialogo e conoscenza dei bisogni della comunità
cristiana.
IL SOTTOSCRITTO NOME………………………………COGNOME………………………………………………
NATO
A ………………………………. IL ……………..... RESIDENTE A …………………………………………….
IN
VIA …………………………………………….. N. …….. E-MAIL …………………………………………………
TEL.
……………………………………………
PRESO
ATTO DEI REQUISITI RICHIESTI SI DICHIARA DISPONIBILE A CANDIDARSI PER IL RUOLO
DI
MEMBRO
DEL CPP 2019/23
DATA ………………………….. FIRMA……………………………………………………………………..
LA RICHIESTA SARA’ SOGGETTA A VALUTAZIONE DEL
PARROCO.
IL PRESENTE MODULO PUO’ ESSERE INSERITO NELL’APPOSITA
CASSETTA IN CHIESA O CONSEGNATO DIRETTAMENTE AL PARROCO ENTRO IL 15.09.2019
PER SCARICARE IL MODULO CLICCARE SUL SEGUENTE LINK
IL «CONSIGLIARE» E LA CORRESPONSABILITÀ NELLA COMUNITÀ
Il servizio del consiglio pastorale è proprio il consigliare *
Il compito dei
consiglieri è prendersi cura della fede dei loro fratelli della comunità
parrocchiale e, insieme, assicurare le condizioni obiettive perché questa
comunità possa vivere l’incontro con il Signore Gesù. Questo significa anche essere i loro portavoce;
dunque esplicitare le attese, magari i desideri inespressi della comunità, far
emergere i vuoti, i buchi, le omissioni, i ritardi in questo compito di
testimoniare e di trasmettere la fede a servizio dei fratelli; come dare
slancio missionario alla comunità, perché si prenda a cuore non soltanto al suo
interno dei credenti, ma anche dei battezzati che non partecipano più alla
comunità, dei non credenti e quelli che magari sono sulla soglia e che
vorrebbero ricominciare.
• Il consigliare è
legato alla virtù della prudenza. La prudenza nel modo consueto si intende
così: è prudente chi pondera bene, un osservatore, uno che quasi dubita, non si
muove, temporeggia. Invece la prudenza
cristiana è legata alla decisionalità: la prudenza è un modo per aiutare
una persona a prendere una decisione. Per arrivare ad una decisione prudente
bisogna fare dei passaggi: ascolto (raccogliere
i dati, i pareri riguardo ad una questione; ad es. cosa facciamo per
l’iniziazione cristiana?); riflessione
(i dati raccolti sono valutati per giungere al discernimento); applicazione (dati raccolti e valutati
sono applicati all’azione: fase della decisione). La prudenza è l’arte di
decidere il meglio, ciò che è giusto, ciò che fa bene, il meglio in una
determinata situazione, qui e ora, nella comunità concreta.
• Il consigliare è
un’opera di misericordia. Consigliare non è opera di una fredda
intelligenza, di uno molto calcolatore e razionale che fotografa bene le cose,
ma è opera della misericordia, della compassione. Vuol dire cercare di intuire
come servire la salvezza dei fratelli, cosa il Signore vorrebbe fare con loro
es. con queste coppie...
• Il consigliare implica nei consiglieri
una capacità di discernimento Il consigliare implica nei consiglieri una
capacità di discernimento. Discernere vuol dire distinguere, avere una
sensibilità che sa riconoscere le cose che aiutano a raggiungere il fine del
bene per la comunità, oppure le cose che distolgono da quel fine. I consiglieri
devono tener conto della complessità e ambiguità delle situazioni esterne ma
anche dalla loro presunzione rispetto a un ruolo o a una proposta che
vorrebbero fosse attuata.
.
ATTITUDINI
DEL CONSIGLIERE
a. La capacità di
una comprensione della complessità della vita umana ed ecclesiale. (cfr.At
15)
Consigliare non è un atto puramente intellettuale, ma un
atto di intelligenza misericordiosa. bisogna equilibrare le esigenze
evangeliche e la pedagogia evangelica Perciò bisogna sempre ottemperare la
verità e la carità. Il card. Martini parla del ‘tocco umanistico di Gesù’ che
sapeva adattarsi con amore a tutte le situazioni
b. Invocare il
dono dello Spirito Santo. Vuol dire non soloiniziare la seduta con la preghiera “Veni sancte spiritus”, ma, che
in vista delle riunioni, ci si prepara per tempo, si sa che il consiglio
riguarderà questo aspetto, questo tema e allora si chiede il dono dello
Spirito, leggendo la Parola che potrebbe essere data prima ai consiglieri,
proprio per creare un atteggiamento di ascolto dello Spirito santo. Questo vuol
dire che il consigliare è dono .
c. Fare bene
l’indagine del caso: vuol dire mettere bene a fuoco l’oggetto che è posto a
tema del consiglio Il card. Martini diceva ‘istruire
la causa’, cioè ponderare bene le cose: tema, problema, cose che sono in
gioco, criticità, possibili soluzioni… per far emergere la proposta finale .
d. La visione del
disegno di Dio. Dove andiamo? Dove Dio ci vuole portare? I passi che
facciamo, le decisioni che la comunità prende … a che scopo? Che forma dare
alla comunità? Le cose che facciamo che efficacia dovrebbero avere? Il
consigliere deve saper contemplare l’essenziale del disegno di Dio: edificare comunità
che hanno la forma del Figlio, la forma filiale e fraterna. Questa è l’immagine
della Chiesa che il Vaticano II ha voluto darci ed è quella che sembrerebbe più
vicina al Vangelo. La Chiesa è la famiglia dei figli di Dio e perciò è una
comunità di fratelli e di sorelle.
T.Borroni
per una riflessione
personale si consultino i testi
* M.BRUSCA,”Consigliare
nella Chiesa”
F. G. BRANBILLA ,”Consigliare nella Chiesa e cammino di
sinodalità”
C.M. MARTINI, «Il consigliare nella Chiesa», in Consigliare
nella chiesa.
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