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martedì 7 maggio 2013

BENI ARTISTICI E CULTURALI: Gli affreschi dell'abside


GLI AFFRESCHI DELL’ ABSIDE


Nel 1948 fu affidato al pittore Carlo Cocquio l’affrescatura dell’abside con due quadri raffiguranti il processo a Giustina  e Cipriano ed il martirio dei due giovani ordinato dall’imperatore Diocleziano nel IV secolo a Nicomedia. Nota curiosa: il pittore Cocquio, per meglio inserire la vicenda della Santa Patrona nel contesto della comunità afforese, si ispirò a veri personaggi del quartiere . Particolare fu la designazione della figura di Satana sconfitto e cacciato in un angolo della scena: il parroco don Tognola segnalò al pittore un ragazzo la cui vivacità ed irrequietezza erano ben note tra la popolazione. Da notare il grande contrasto di luci ed ombre tra la serafica figura di Giustina e la tenebrosa immagine del demonio tentatore. 

Nella scena del martirio è ben visibile tra il pubblico la figura del parroco don Tognola, solerte animatore nella gravosa opera della ricostruzione della parrocchiale. Le vicende raffigurate negli affreschi dell’abside si riferiscono a Giustina (e Cipriano) che per molto tempo, sino a qualche decennio fa, i parrocchiani avevano indicato come Patrona. Ricerche successive hanno condotto invece all’identificazione della Patrona in Giustina, giovane martire di Padova, molto più aderente a documentazione storica che non la leggenda di Giustina e Cipriano. 

Le artistiche vetrate, raffiguranti gli Angeli della Fede e della Testimonianza, fanno da cornice alla vicenda dei due martiri rimarcando il profondo significato del loro sacrificio. 
Nella parte centrale domina la mano benedicente del Creatore con le iniziali Alfa ed Omega inserite in una gran croce attorniata da quattro medaglioni raffiguranti i simboli degli Evangelisti.

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